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Il segmento testuale Il grido è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 85Entità Multimediali , di cui in selezione 10 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 661

Brano: Grieco, Ruggero

da Umberto Massola (v.) che ne fu anche direttore; la testata venne scelta per indicarne la derivazione dalla rivista Lettere di Spartaco (v.), apparsa nel marzo 1940 a Parigi per iniziativa di Paimiro Togliatti.

De « Il grido di Spartaco » uscirono due numeri nel 1941 e tre nel

1942. Il primo numero fu stampato tipograficamente da Felice Cassani e da Gaetano Zanardi; altri due furono stampati da Giosuè Casati e Achille Manzocchi. Collaborarono alla sua realizzazione: Piero F ranci ni, Guglielmina Alberganti e Bietolini di Milano; Leo Lanfranco, Rina Picolato e Luciano Mogli a di Torino; Giovanni Vogliolo e Secondo Saracco di Asti; « Mila » di Duttogliano (Venezia Giulia).

La tiratura si aggirava tra le 400 e le 700 copie. La diffusione avveniva nelle fabbriche di Torino, di Milano e di altre province e regio[...]

[...]orino, di Milano e di altre province e regioni. Nel corso dell'attività la direzione riuscì a costituire una solida base tipografica a Milano e una sicura rete di corrispondenti e diffusori a Torino, a Milano, nella Venezia Giulia e in altri importanti centri. L’1.7. 1942 la direzione decise di sospenderne la pubblicazione per riprendere quella de l’Unità, organo centrale del Partito Comunista d'Italia.

Tra gli articoli più significativi de « Il grido di Spartaco » nel 194142 si ricordano: « Né un soldato né un’arma devono essere inviati contro l’Unione Sovietica « In Italia si soffre la fame »; « I lavoratori italiani nella Germania di Hitler »; « Il fronte della libertà si organizza e passa all'offensiva contro la barbarie fascista »; « Basta con la fame »; « L’imperialismo italiano vuole aggredire la Francia »; « I partigiani in Balcania »; « I guerrafondai banchettano; gli operai impongono l’aumento dei salari ».

Nella Guerra di liberazione

« Il grido di Spartaco » riprese le pubblicazioni, con un ritmo medio quindicinale, dai pr[...]

[...]arma devono essere inviati contro l’Unione Sovietica « In Italia si soffre la fame »; « I lavoratori italiani nella Germania di Hitler »; « Il fronte della libertà si organizza e passa all'offensiva contro la barbarie fascista »; « Basta con la fame »; « L’imperialismo italiano vuole aggredire la Francia »; « I partigiani in Balcania »; « I guerrafondai banchettano; gli operai impongono l’aumento dei salari ».

Nella Guerra di liberazione

« Il grido di Spartaco » riprese le pubblicazioni, con un ritmo medio quindicinale, dai primi giorni di ottobre 1943, come organo di battaglia dei comunisti piemontesi sotto la direzione di Arturo Colombi, poi di Giovanni Nicola e infine di Giorgio Amendola. Fu senza dubbio il periodico più combattivo, vivace, con saldo orientamento e che, fra tanti, ebbe maggiore continuità e più larga diffusione durante la Guerra di liberazione nazionale. Vi collaborarono in questo periodo i più noti dirigenti dell'organizzazione comunista di Torino e piemontese, dal prof. Geymonat a Osvaldo Negarville; da Giordano Pr[...]

[...]unista di Torino e piemontese, dal prof. Geymonat a Osvaldo Negarville; da Giordano Pratolongo a Paolo Scarpone, Giorgio Carretto, Giovanni Carsano, Vittorio Flecchia, Battista Santhià, Luigi Capriolo, Leo Lan

ilgrido

di SPARTACO

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franco; da Giovami Roveda ad Amedeo Ugolini e a molti altri esponenti e attivisti dei settori e delle fabbriche. Responsabile tecnica, che ne assicurava la pubblicazione e la distribuzione, Nella Marcellino.

Non si sa con precisione quanti numeri di questa edizione siano stati pubblicati, poiché la serie è costituita, oltre che dal periodico, da manifestini che venivano firmati in calce con lo stesso titolo del giornale. Si sa comunque che complessivamente, tra periodico e manifestini firmati « Il grido di Spartaco », dal settembre 1943 all’aprile 1945, furon[...]

[...] altri esponenti e attivisti dei settori e delle fabbriche. Responsabile tecnica, che ne assicurava la pubblicazione e la distribuzione, Nella Marcellino.

Non si sa con precisione quanti numeri di questa edizione siano stati pubblicati, poiché la serie è costituita, oltre che dal periodico, da manifestini che venivano firmati in calce con lo stesso titolo del giornale. Si sa comunque che complessivamente, tra periodico e manifestini firmati « Il grido di Spartaco », dal settembre 1943 all’aprile 1945, furono prodotti 128 pezzi. Il periodico aveva una tiratura che andava da un minimo di 1.000 a un massimo di 10.000 copie; assai superiore era la tiratura dei manifestini che venivano pubblicati in occasione di particolari avvenimenti.

Fra i manifestini più significativi si ricordano quelli intitolati: « La strage di Cumiana » (10.4.1944); « Nuovi mostruosi delitti dei fascisti repubblicani in Piemonte » (15.

5.1944); « Si combatte a Torino » (25.5.1944); « La belva hitleriana ha ormai le reni spezzate » (5.8.1944); « Lettera aperta ai c[...]

[...]); « La belva hitleriana ha ormai le reni spezzate » (5.8.1944); « Lettera aperta ai compagni del Gruppo " Stella Rossa ” » (10.9. 1944); « Un eroe nazionale: Luigi Capriolo » (18.11.1944); « Nemici del popolo radunati a Consiglio nella sede della Fiat» (3.11. 1944); «Monito ai carnefici del popolo» (30.

1.1945); « L’insurrezione nazionale è in marcia, ultimo avvertimento» 31.1.1945); «Arrendersi o perire » (2.4.1945).

L’ultimo numero de « Il grido di Spartaco » apparve il mattino del 26.4.1945 con il titolo: « La grande ora è giunta — la bat

taglia di Torino è cominciata », ed era tutto un appello all’insurrezione, già iniziata la sera del 25 con l’occupazione e la messa in stato di difesa delle fabbriche.

U.Ma.

Bibliografia: R. Luraghi, Il movimentò operaio torinese durante la Resistenza, Torino, 1958; P. Secchia, La Fiat durante la Resistenza, Milano, 1964.

Grieco, Ruggero

N. a Foggia il 19.8.1893, m. a Massa Lombarda (Ravenna) il 23.7. 1955.

Suo padre, un impiegato postale, morì quando egli aveva solo sette anni. A[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol I (A-C), p. 458

Brano: [...]o e, dal 1928, confinato per 5 anni a Ponza.

Dopo I '8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione tra i primi organizzatori della Resistenza nell’Anconetano. Animatore di diverse formazioni partigiane, fu ispettore del Gruppo divisioni « Marche ».

Carena, Attilio

N. a Torino l'1.1.1899, m. a Crehna di Gallarate (Varese) il 30.9.1945. Discepolo di Antonio Gramsci negli anni 191720, fece parte del « Club di vita morale ». Collaborò a « Il grido del popolo ».

Dopo T8.9.1943 prese parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza. All’indomani della Liberazione, avendo una larga esperienza nel campo dell’organizzazione industriale, fu designato dalla Commissione economica del C.L.N. per l'Alta Italia come commissario per il settore delle industrie tessili e fibre artificiali.

Carena, Pia

N. a Torino il 14.9.1893; giornalista.

458



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 598

Brano: [...]via, da dove riallacciò i contatti con le organizzazioni comuniste clandestine di Milano e Torino.

Dopo l’entrata in guerra deH’Italia (giugno 1940) l’organizzazione comunista clandestina estese sempre più la propria rete nel paese, creando le premesse per l’esistenza di un Centro interno permanente. Fu appunto con questo incarico che l’1.8.1941 Massola tornò a stabi

lirsi in Italia. Sotto la sua direzione vennero stampati clandestinamente Il grido di Spartaco (v.) f rUnità e II Quaderno del Lavoratore.

Con un intenso lavoro di organizzazione, propaganda e agitazione vennero anche create le premesse dei grandi scioperi del marzo 1943 (v.) che, da Torino, si estesero a Milano, alla Liguria, alla Venezia Giulia e all'Emilia, prolungandosi fino all’aprile. Questi scioperi (ai quali il nome di Massola è particolarmente legato), insieme al successivo sbarco alleato in Sicilia e alle disfatte militari subite dai nazifascisti su tutti i fronti, avranno una influenza determinante il 24.7.

1943 nella votazione del Gran Consiglio del fascis[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol III (H-M), p. 778

Brano: [...]le autorità sanitarie alla distribuzione gratuita del chinino, estensibile all’intera popolazione dei comuni interessati.

Lotte socialiste

Quando, a partire dal 1882, la propaganda socialista cominciò a diffondersi tra le masse rurali risvegliando nei lavoratori la coscienza dei loro diritti, le rivolte un tempo confuse delle mondariso si concretizzarono in precise rivendicazioni sindacali e le loro lotte diedero luogo a poderosi scioperi. Il grido di « Boia di quei signori! » perse il tono di risentita ingiuria per acquistare significato prettamente politico.

Nelle risaie (impiantate principalmente in Piemonte, Lombardia, Emilia) lavoravano nella quasi totalità donne e fanciulli della zona, più molte altre lavoratrici provenienti nei mesi di giugno e luglio di ogni anno dalle regioni limitrofe, soprattutto dall’Appennino. Le condizioni di lavoro, già insopportabili per i lavoratori del luogo, erano ancora peggiori per le « forestiere », incettate da appositi intermediari che sottraevano loro una parte del già irrisorio compenso (fin[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 18

Brano: [...]Giuseppe Cocci (a 1 anno), lo stagnino Eduardo Di Dato (a 1 anno). Furono assolti il meccanico Giovanni Punzo, il pensionato Giuseppe D’Arienzo, il sellaio Giuseppe Radente.

Nel settembre 1938 passarono davanti al T.S., accusati di « costituzione del P.C.I., appartenenza allo stesso e propaganda », i « presunti membri del Comitato Federale » responsabili della diffusione di « Stato Operaio », de « l'Unità », del « Fronte antifascista » e de « Il grido dei disoccupati ». Essi erano: il meccanico Salvatore Cacciapuoti (a 9 anni), l’artista Carlo Rossi (a 20 anni), il verniciatore Carlo Alpi (a 8 anni), il pittore Bernardo Pecherat (a 4 anni), il sarto Raffaele Crisilli (a 5 anni), il muratore Pasquale Donadio (a 9 anni), il fruttivendolo Valentino Ventura (a 8 anni). Vennero assolti i fratelli Gregorio e Vito Nunciante che già nel 1930 erano stati implicati in violenti incidenti all’Università di Napoli in occasione della nomina del nuovo rettore, il fascista Bruschetti ni.

Un altro processo si svolse davanti al T.S. nel luglio 1942, a se[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 282

Brano: [...]dipendenza.

Nel settembre 1882 una inondazione deM’Adige seminò nel Polesine morte e distruzioni, lasciando perfettamente indifferente lo stato unitario (analogo comportamento avrà

il governo italiano nel disastro alluvionale del 1951).

Lotte contadine

Nel 1884 i lavoratori della terra polesani, provati dalla miseria, furono i primi a proclamare in Italia uno sciopero regionale nelle campagne per rivendicare un trattamento più umano. Il grido “La boje!” dei contadini del Polesine, estesosi rapidamente a tutta la Bassa Padana, passerà alla storia della lotta di classe del proletariato italiano come simbolo di rivolta spontanea e radicale.

Questo stesso proletariato sarà protagonista, nei decenni successivi, di aspre lotte contadine, nelle quali prevarranno volta a volta elementi di anarchismo e socialismo, con dirigenti politici come Giacomo Matteotti (v.).

Il padre, Matteo Matteotti, aveva pubblicato un libro in cui veniva proposta per la prima volta in Italia l’assicurazione contro la disoccupazione involontaria. Qualche me[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol V (R-S), p. 670

Brano: [...]per alcuni mesi e veniva scritto a mano su quaderni di scuola (ciascuno ricopiato, con certosina pazienza, da militanti che lo diffondevano col metodo del “prestito”). Il “Quaderno”, diffuso soprattutto nell'Italia del Nord, incontrò tale favore, da indurre Massola a produrre un periodico che fosse anche di orientamento ideologico: nell’ottobre 1941

nacque così a Milano, riprendendo la testata del giornale edito da Paimiro Togliatti a Parigi, Il grido di Spartaco (v.), di cui comparvero fino al giugno 1942 cinque numeri, con una tiratura da 400 a 700 copie.

Il 1942, in concomitanza con la ritrovata unità delle forze della sinistra e l’estendersi dei processi unitari al più largo fronte delle correnti democratiche, segnò una vigorosa ripresa della stampa clandestina. In giugno riapparve il giornale comunista in lingua slovena Deio (v.) ; in settembre, nel Biellese, gli organizzatori del P.C.I. Benvenuto Santus e Guido Sola produssero un ciclostilato mensile dal titolo L'azione, “Giornale operaio e contadino”, diffondendone fino a 200 cop[...]

[...]zi di fortuna e redattori improvvisati. Dalle 600 copie iniziali, stampate su quattro pagine di formato ridotto, ai primi del 1943 la tiratura raggiunse le 6.000 copie. Diffuso in tutta la Penisola dai “corrieri” del partito, a volte riprodotto localmente (per esempio, a Empoli) in centinaia di copie, il giornale svolse un ruolo di primo piano nella mobilitazione antifascista di massa; la sua funzione si dimostrò preminente, assieme a quella de “Il Grido di Spartaco”, nella preparazione degli scioperi del marzoaprile 1943 attuati nelle grandi fabbriche di Torino e del Piemonte, nonché nei principali centri industriali della Lombardia. In seguito a queste agitazioni operaie, la polizia fascista fece ogni sforzo per individuare le sedi dove veniva prodotta la stampa clandestina comunista; a Milano vi riuscì, tanto che Massola e Giorgio Amendola (che condivideva la responsabilità del giornale) si videro obbligati a sospendere la produzione de “l’Unità” per l’intero mese di aprile. Ma a maggio il giornale riapparve, stampato a Rimini, poi a Raven[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 75

Brano: [...]be coerentemente applicato quel metodo di « capacità di manovra » e di « grande flessibilità ».

Capo del partito

Nell’aprile 1936, proprio mentre nella clinica Quisisana di Roma Gramsci conduceva, in amara solitudine politica, la sua ultima battaglia contro il disfacimento fisico che l'avrebbe portato a morte esattamente un anno dopo, la stampa comunista rendeva pubblica la notizia che Paimiro Togliatti era « il capo attuale » del partito [Il grido del popolo, 4.4.1936).

Intanto, nonostante le promesse di quella “democrazia interna” che, coerentemente con la nuova linea aperta ai fronti popolari, si sarebbe dovuta instaurare nei diversi partiti comunisti, il clima interno di queste organizzazioni andò peggiorando: ebbero inizio neH'Unione Sovietica le prime grandi “purghe” e i processi politici (v. Processi di Mosca), le cui conseguenze si rifleterono sul Comintern e su tutti i partiti che ne facevano parte. È difficile pensare che Toqliatti, come secondo segretario deH’Internazionale, non abbia condiviso le decisioni imposte da Stal[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 101

Brano: [...]valli Tidone e Staffora, un’ampia zona del Tortonese. Fra la primavera e l’estate del 1944, dileguatisi pressoché tutti i presidi nazifascisti della zona, forze partigiane dipendenti dal Comando Unico piacentino e dalla VI Zona Ligure, per un complesso di 34.000 uomini, si insediarono in questo ampio territorio avendo come punto di riferimento Bobbio. Qui venne subito allestito un ospedale e funzionarono due tipografie, nelle quali si stampavano Il grido del popolo, giornale delle formazioni gielliste del Piacentino, e II partigiano, organo dei garibaldini della Liguria.

Sull’area occupata, per iniziativa diretta dei Comandi delle formazioni sorsero C.L.N. locali e giunte comunali, ma non senza difficoltà, dovute (come riferiva un rapporto del Comando regionale ligure in data 1.8.1944) al comprensibile timore di rappresaglie nazifasciste diffuso fra le popolazioni.

A ciò erano da aggiungere la riluttanza del contadini ad assumersi responsabilità dirette nella conduzione degli affari pubblici, l’assenza di forze politiche organizzate (sa[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol VI (T-Z e appendice), p. 518

Brano: [...]iastica, negli anni del seminario si volse al socialismo e all'inizio del secolo divenne un esponente del movimento socialista di Avellino (v.)f fondatore di leghe contadine e di una mutua cooperativa (1906) nel paese natio.

Fu antimilitarista e nel 1904 fondatore di un foglio locale (// grido degli umili), da lui diretto fino al 1915, quando venne chiamato alle armi.

Nell'immediato dopoguerra riprese a pubblicare il suo giornale (divenuto Il grido) e ricostituì la Federazione socialista irpina, della quale fu eletto segretario.

Membro della frazione comunista unitaria del P.S.I., fu proditoriamente ucciso da oscuri sicari, con una fucilata alla testa, una sera mentre usciva da un bar. Dopo la sua morte i famigliari, convertitisi tutti al socialismo, ne continuarono l’opera e la Sezione di Montella, passò al completo nelle fila del P.C.d’I..

G.Cap.

Ciccarelli, Antonio

Anton. N. il 6.7.1914 a Novara; ufficiale medico.

L’8.9.1943 si trovava in servizio quale ufficiale medico presso l’aeroporto di Merna (Gorizia) e, sfuggend[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Il grido, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
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